Elizabeth Bennet – Orgoglio e Pregiudizio

Elizabeth Bennet

Chi è Elizabeth Bennet di Orgoglio e Pregiudizio

Elizabeth Bennet è la seconda di cinque figlie di Mr e Mrs Bennet. Appare quasi subito nel romanzo che l’ha fatta conoscere a tutto il mondo: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (o la cara zia Jane, come la chiamiamo noi, sue assolutamente devote fan, le Janeites).

Appena poche righe dopo un delizioso siparietto fra Mr e Mrs Bennet, viene citata dal padre a proposito del nuovo inquilino di Netherfield Park: «…da parte mia gli farò avere due righe per assicurargli il mio sincero consenso al suo matrimonio con quella che preferisce fra le nostre figlie, ma metterò una parola speciale per la piccola Lizzy. »

Alle rimostranze della moglie «non ha nemmeno la metà della bellezza di Jane o dell’amabilità di Lydia.», Mr Bennet risponde: «Nessuna delle tre ha qualità particolari […] sono un po’ sciocche e ignoranti come tutte le ragazze, ma Lizzy ha più prontezza di spirito delle sorelle.»

Insomma, come presentazione non è proprio il massimo. Elizabeth Bennet, Lizzy per i familiari e le amiche, non è bellissima, non è amabile, forse un pochino più sveglia delle sorelle ma a quanto pare basta così.

Le cinque sorelle Bennet nascono in una famiglia dove la madre è definita di “intelligenza modesta, scarsa istruzione e debole di carattere”, mentre Mr Bennet “un miscuglio così curioso di prontezza, sarcasmo, riserbo e volubilità”. Il risultato è che forse Elizabeth si ritrova a barcamenarsi fra questi due caratteri così diversi e a tentare di far emergere il suo, ancora in evoluzione.

L’arrivo di un nuovo affittuario ovviamente incuriosisce anche lei. Alle battute ironiche del padre e al risentimento del padre risponde con ponderatezza, sapendo che prima o poi potrà incontrare il famoso Mr Bingley.

Elizabeth Bennet all’inizio della storia non ha ancora ventun’anni, è una giovane donna che ama sua sorella con tenerezza, che vede in Jane tutte le doti che, invece, mancano a se stessa ed è sinceramente protesa a desiderare la felicità di questa sorella che è anche amica e confidente.

Chissà se sa per certo di essere la preferita di suo padre, crediamo di sì, visto che lui non ha difficoltà a elogiarla. Probabilmente questo la rassicura e la rende un po’ più audace nelle azioni.

Difficile dividere Lizzy dal suo contesto.

La tenuta di Longbourn nell’Hertfordshire è la casa che l’ha vista nascere e crescere. E anche la motivazione della preoccupazione che grava sulle azioni della madre. La loro tenuta, infatti, alla morte di Mr Bennet andrà in eredità a un loro cugino – le donne non potevano ereditare – e Mrs Bennet e le sue figlie si sarebbero ritrovate, nel caso di questa sfortunata evenienza, completamente senza mezzi di sostentamento.

Lizzy – come le sue sorelle – cresce sapendo che la sua unica via di scampo è un buon matrimonio, che permetta a lei e a sue sorelle di avere un futuro senza problemi economici di sorta. Elizabeth Bennet è un ragazza che però sa di non poter sottostare a questa regola se non è anche mossa da un sentimento sincero in quello che sarà il suo compagno.

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Il carattere

Jane Austen ci offre una piccola fessura nel suo carattere quando, parlando con l’amica Charlotte Lucas, ascolta il suo pensiero sul matrimonio. «… se lo sposasse domani, secondo me avrebbe la stessa probabilità di essere felice come se ne avesse studiato il carattere per un anno di seguito. La felicità nel matrimonio è solo questione di fortuna. Che i due si conoscano bene prima e che abbiano caratteri simili in partenza non significa affatto che saranno più felici. Continueranno a essere abbastanza diversi da avere la loro parte di dispiaceri, ed è meglio conoscere il meno possibile i difetti della persona con cui si dovrà passare la vita.»

Lizzy risponde un po’ divertita (ma noi sappiamo che Charlotte non scherza): «Mi fai ridere, Charlotte, ma hai torto e lo sai. Tu stessa non agiresti mai in questo modo.» Ecco, qui dobbiamo dire che Elizabeth ci si presenta con tutta la sua ingenuità – perché crede nei sentimenti e pensa che l’amica provi lo stesso che prova lei – e anche nella sua cecità.

Non ha capito che Charlotte è di ben altra pasta, meno sognatrice e più pratica (in questo c’è un bellissimo dialogo nel film Orgoglio e Pregiudizio del 2005, diretto da Joe Wright, con la sceneggiatura non accreditata di Emma Thompson che secondo me ha scritto proprio questo dialogo, in cui Charlotte dichiara chiaramente come la pensa e perché, in un mondo dove le donne hanno come unico potere quello di diventare padrone di casa sposandosi, la sua scelta di sposare un uomo che non ama,  non sia da guardare con disprezzo).

Decisamente, quindi, Elizabeth Bennet ci appare come una ragazza che sa quel che vuole ma che probabilmente sogna di poter conciliare i suoi desideri con la dura realtà. Purtroppo sappiamo che non sempre è possibile.

Giovane, sognatrice, sorella fedele e amica che crede nell’amicizia e nella bontà delle persone. Ecco Elizabeth all’inizio della storia.

La famiglia

La famiglia Bennet è un concentrato di caratteri e sentimenti. Mr e Mrs Bennet li abbiamo visti battibeccare fin dall’inzio:

«Ti diverti a tormentarmi! Non hai proprio pietà per i mie poveri nervi.»
«Ti sbagli, cara. Ho il massimo rispetto per i tuoi nervi. Sono mie vecchie conoscenze. Te li sento nominare spesso da almeno vent’anni.»

Jane, la sorella maggiore, è un’anima candida, un carattere mite, sempre pronta a credere nella buona fede degli altri. Lydia, nata dopo Elizabeth è una persona che ha fretta di crescere, si sente pronta per affrontare il mondo, spavalda e sicura di se. Ci sono poi Kitty, che vive in continuo contrasto con Lydia e che desidera somigliarle e Mary.

Mary viene da subito definita quella più riflessiva, amante della lettura.

I discorsi in casa Bennet non sono dei più alti. Mr Bennet si ritira spesso a leggere da solo e le donne di casa sono solitamente impegnate in discorsi su matrimonio, scapoli e balli.

C’è una gaiezza in casa Bennet che manca, per esempio, in casa March. Mi capita spesso di fare paragoni fra queste due famiglie. Piccole donne e Orgoglio e Pregiudizio mi offrono sempre spunti interessanti di  comparazione.

Jo e Lizzy sono due donne a cui molte bambine e ragazze hanno guardato con ammirazione.

Certamente Elizabeth a un certo punto, quando inizia a frequentare la famiglia Bingley e Mr Darcy, si rende conto di tutto il ridicolo della sua famiglia. Continua ad amarli ma cerca in tanti modi di attutire i loro gesti che la mettono in imbarazzo di fronte agli altri.

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La storia

Ormai la trama di Orgoglio e Pregiudizio è conosciuta da tutt*. Ne sono stati tratti film, libri ispirati, manga, serie tv. Per non parlare del fatto che questo plot, debitamente modificato, ha dato a molti autori e autrici materiale per nuovi libri.

Eppure ancora restiamo affascinat* da questa storia e dalla maestria che Jane Austen ha dimostrato tratteggiando i caratteri dei protagonisti e delle protagoniste così come ha saputo parlare di argomenti che ne costituiscono la sottotrama. Il denaro prima di tutto, i diritti delle donne – anche se in maniera velata – e i sentimenti umani.

Dopo l’arrivo del nuovo inquilino a Netherfield Park, le due famiglie fanno conoscenza a un ballo, promosso proprio da Mr Bingley. Al ballo si presenta un amico di Mr Bingley, tale Mr Darcy, sfacciatamente ricco e altrettanto antipatico.

Darcy e Lizzy ovviamente si scontreranno, lui ferirà i sentimenti di lei e lei decide che mai avrà più a che fare con lui.

Ma la storia si complica, i due saranno costretti a vedersi più volte e lentamente intuiamo che forse Mr Darcy non sia poi così antipatico. Jane Austen sa mostrarci i sentimenti di Elizabeth che cambiano fino al momento in cui entrambi sanno di provare qualcosa l’uno per l’altra ma verranno ostacolati dai loro pregiudizi, appunto, e dall’orgoglio ferito.

Il finale? Jane Austen una volta disse che le sue eroine avrebbero sempre avuto ciò che desideravano. La domanda che dobbiamo porci, quindi, è: cosa desidera veramente Elizabeth Bennet?

Mr Darcy

Non si può parlare di Elizabeth Bennet senza parlare di Fitzwilliam Darcy. Ecco come ce lo presenta l’autrice stessa: “ma l’amico, il signor Darcy, attrasse presto l’attenzione di tutti per la figura alta ed elegante, i bei lineamenti, il nobile portamento e le voci sulla sua rendita da diecimila sterline l’anno, che già pochi minuti dopo il suo arrivo circolavano nella sala. Gli uomini lo definirono raffinato, le signore dichiararono che era molto più avvenente del signor Bingley, e tutti lo guardarono con grande ammirazione fino a metà serata, quando il suo comportamento fu tanto deplorevole da rovesciare la sua popolarità. Si scoprì infatti che era orgoglioso, superbo e incontentabile, e i suoi possedimenti nel Derbyshire non potevano compensare i suoi modi scostanti e sgradevoli.”

Insomma, non ci viene presentato nel migliore dei modi nemmeno lui!

Ovviamente i due caratteri si scontrano. Lizzy non ha paura di dire ciò che pensa e Darcy si rivela più timido di quello che appare.

C’è una bella immagine nella prefazione dell’edizione che possiedo, che trovate a fine post, scritta da Isobel Armstrong, in cui si parla della distanza anche sociale di Elizabeth Bennet e Mr Darcy, che viene annullata durante la visita di Lizzy a Pemberley, dove Darcy percorre il parco per raggiungerla, annullando così, metaforicamente ciò che è lo spazio che li divide. Mi piace l’idea di un gesto che anche fisicamente li avvicina, facendo scomparire rendite, famiglie di cui vergognarsi, zie impiccione.

Darcy è anche questo. Un uomo capace di attraversare uno spazio per raggiungere la donna amata. E questo spazio può essere un parco come il suo orgoglio.

Elizabeth Bennet è mossa dall’orgoglio o si lascia influenzare dal pregiudizio?

Ecco la questione.

Elizabeth Bennet è orgogliosa e subisce anche il pregiudizio che la fa essere sospettosa nei confronti di Mr Darcy e più accondiscendente con Wickham. Viene il dubbio che più si sale nella scala sociale, più Lizzy concentri il suo pregiudizio.  L’orgoglio fa il resto. Se la capiamo quando rifiuta il suo primo pretendente, quando a dichiararsi è Darcy provoca reazioni contrastanti. C’è chi l’acclama (urlando girl power), c’è chi la trova troppo dura e precipitosa.

Scopriremo, infine, che di questi due difetti sono colpiti entrambi e che solo lavorando su se stessi e sui loro pregiudizi si potrà ricominciare da dove si erano lasciati.

Il diario di Lizzy Bennet - Marcia Wiliams
Particolare del libro “Il diario di Lizzy Bennet” di Marcia Williams

Perché la amiamo

Amiamo Elizabeth Bennet, la nostra Lizzy, perché un po’ ci riconosciamo in lei. Una vocazione alla libertà – libertà che si traduce sia nelle lunghe passeggiate del tutto indifferente ai suoi abiti che si sporcano ma anche nel rifiutare un “buon partito” – la sua indole ribelle, che non ascolta i consigli materni e che è pronta a sfidare le convenzioni.

La amiamo per il suo temperamento forte, la sua capacità di tenere testa a persone a cui solitamente si fa la riverenza, il suo amore per la sorella e la volontà di migliorarsi. Lizzy sbaglia, si pente, sa chiedere scusa. Sa ritornare sui propri passi e riprendere la marcia correggendo il fallo. Capisce il pericolo e mette in guardia, parla apertamente in famiglia e diventa “grande” in poco tempo.

Elizabeth è un’eroina che pur capendo le difficoltà della vita di una donna e muovendosi entro i margini di una condotta che non metta in dubbio la sua reputazione, sa dove forzare e scavalca qualche limite, per garantirsi la felicità.

Ho inserito Elizabeth Bennet fra le protagoniste da conoscere perché la sua storia è quella di una donna che per amore dei suoi principi riesce a fare delle scelte difficili. Forse proprio per questo attrae anche Darcy, per la sua indomita volontà di non cedere e di essere felice senza vendere i suoi sentimenti.
Nemmeno per diecimila sterline di rendita l’anno!

Post it
Non è la prima volta che parlo di Elizabeth Bennet. Rimando al mio post di qualche tempo fa su Orgoglio e Pregiudizio, dove ci sono anche molte info sugli adattamenti cinematografici.
Ho trovato anche un interessante articolo che parla delle ambientazioni del film di cui ho parlato, a cure del blog “La cineturista”.


*Il testo di riferimento per tutte le citazioni di questo post è “Orgoglio e Pregiudizio”, Jane Austen, Milano, 2012,  Mondadori, (traduzione Giulio Caprin).

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