Fermarsi

Fermarsi

Sto
addossato a un tumulo
di fieno bronzato

Un acre spasimo
scoppia e brulica
dai solchi grassi

Ben nato mi sento
di gente di terra

Mi sento negli occhi
attenti alle fasi
del cielo
dell’uomo rugato
come la scorza
dei gelsi che pota

Mi sento nei visi infantili
come un frutto rosato
rovente
fra gli alberi spogli

Come una nuvola
mi filtro
nel sole

Mi sento diffuso
in un bacio
che mi consuma
e mi calma

Trasfigurazione – Giuseppe Ungaretti, 1917

È tempo di fermarsi

Siamo già a metà anno.

Questi giorni non faccio altro che pensare che abbiamo raggiunto e superato la boa. O almeno, di solito Luglio rappresenta questo per me, in un complicato ragionamento che non tiene conto della matematica. Perché il punto luminoso dell’anno per me è il Natale e quindi tutto ruota intorno a quanto manca. Pertanto Luglio è come raggiungere la cima della montagna che mi separa dal mio momento magico, ora sarà in discesa.

Ti sembrerà strano che io parli del Natale a Luglio, e mi rendo conto che lo sia. Ma ogni persona ha i suoi metodi per sfangarla. Penso che in questo momento dell’anno starai desiderando di staccare, sospendere per un attimo. Pensieri, azioni ripetitive che dall’inizio dell’anno siamo state/i obbligati a svolgere.

Probabilmente sogni una vacanza, o la stai vivendo. E vorrei assecondare questo sentimento. Di sospensione. Fermarsi, appunto, staccare la mente, ascoltare il respiro del corpo, sintonizzarsi con la natura attorno o semplicemente con il silenzio e la mancanza di doveri, impegni, pressioni.

Sia che tu ti trovi nella possibilità di farlo o sia solo decisa/o a ritagliarti un momento per sognarlo, vorrei accompagnarti in questo momento di tregua.
Posso?

Lo faccio con alcune suggestioni che mi hanno colpita e che voglio condividere con te.

Per esempio il libro che sto leggendo in questi giorni. Si chiama “Jane Austen, i luoghi e gli amici”. Edito dalla casa editrice Jo March (lo sai quanto io ami queste editrici così coraggiose), e curato da alcuni componenti della Jane Austen Society of Italy.

Perché te ne parlo? Perché si tratta di un viaggio nei luoghi austeniani che due sorelle, Constance e Ellen Hill, intraprendono nel 1901 alla ricerca di tutti quei luoghi che hanno visto la scrittrice vivere, scrivere, ballare. Due sorelle che hanno raccontato e illustrato questo viaggio in quello che noi oggi chiamiamo Austenland. Sembra di essere insieme a loro, chiedendo il permesso di entrare in una casa o informazioni a un vecchio del posto, per capire se si ricordasse degli Austen, vissuti in zona decenni prima.

Fermarsi - “Jane Austen, i luoghi e gli amici”. Edito dalla casa editrice Jo March - illustrazione di Ellen Hill che ritrae un cottage.
Fermarsi – Leggere un libro che porti in luoghi lontani.

Se proprio non possiamo andarci noi, perché non leggere il resoconto di chi per prima c’è stata?

Fermarsi significa ascoltare se stessi e non solo il mondo attorno. Come stare sott’acqua. Tutti i suoni vengono attutiti e il nostro battito assume importanza. Noi assumiamo importanza perché per una volta diventiamo il centro dei nostri pensieri.

Ho da poco installato un’App con dei semplici esercizi di Yoga. So che il metodo migliore – anzi, forse l’unico – è quello di trovare un* insegnante e imparare non solo le posizioni ma assorbire la filosofia che è alla base della pratica. Ma per me non è possibile farlo in questo momento e mi sono detta che trovare un compromesso è meglio che niente. Per mezz’ora al giorno, al mattino presto, mi dedico a seguire una voce rilassante che mi chiede di non preoccuparmi se ciò che faccio non è perfetto, ogni corpo ha i suoi tempi e la sua struttura. Rispettare quest’idea, anzi accettarla e farla mia è uno dei passi che mi permettono di staccare. Di fermarmi.

Te lo consiglio vivamente. Che sia lo Yoga o la cura di qualche pianta, una lettura o la maschera per il viso da tenere su 15 minuti in cui niente può distrarti. Tempo per se e per staccare.
Per fermarsi.

Questo mondo e questo periodo ci hanno chiesto tanto. Ci siamo state/i, abbiamo fatto ciò che dovevamo. Ora concentriamoci anche su noi stesse/i.

È importante perché noi siamo importanti. Anche se spesso ce ne dimentichiamo. Tu te ne ricordi, , che sei importante?

Lo sei e non devi dimenticarlo.

Importare – portare dentro. Ciò che si custodisce perché ha valore. Fai in modo che il tuo bene e la tua serenità vengano messe nella bilancia e pesino. Non significa essere egoiste/i, ma sapere di fare parte del tutto. Di aver diritto alla felicità, al tempo.

Anche il tempo per stare fuori in una notte stellata a cercare una cometa.
A sentire il proprio respiro che ci dice che siamo qui e che il mondo ci appartiene e noi apparteniamo al mondo.

Fermarsi a pensare senza giudicarci. Volendo bene alla persona che siamo, che ha faticato, sbagliato, gioito.

Fermarsi per guardare negli occhi la persona che abbiamo accanto. Soprattutto le persone che ci capitano accanto senza averle scelte. Compagni e compagne di questo viaggio che sono lì solo per un piccolo tratto. Alla fermata del tram, nella stanza accanto, nella scrivania di fronte. Per capire che anche loro hanno faticato, sbagliato, gioito.

Fermarsi per ascoltare una canzone o cantarla a squarciagola. Per invitare a cena le persone che ci fanno stare bene ma anche quelle con cui abbiamo un conto in sospeso. Sospendere la vita quotidiana per fare qualcosa di speciale. Se non è un viaggio sarà un pensiero, un gesto, un nuovo modo di guardarci dentro.
Di importare.

Ciao , ci risentiamo ad Agosto (il mio mese e ti spiegherò perché).
Stai bene,
Gabriella

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