Il maschilismo che nuoce ai maschi

Maschilismo

Davvero il maschilismo nuoce ai maschi?

Ho letto da poco un post dove si parlava di sessismo. Credo fosse quello in cui nel grembiule per le bambine c’era disegnata una bocca provocante e un rossetto mentre in quello destinato ai maschi c’era un righello e qualche altro oggetto per futuri ingegneri, geometri eccetera. Potrebbe anche essere in quello dove in un album per bambine c’era scritto qualcosa sulle principesse e in quello per bambini una roba tipo “sei un genio”.

Non ricordo e probabilmente non è importante.

Ricordo però che l’autore ha dovuto editare il post dicendo che non si sarebbe aspettato di vedere solo indignazione per il trattamento riservato alle femmine ma che bisogna indignarsi anche perché i maschi sono pressati da questa cultura maschilista quanto le donne e che dire a un bambino cosa deve fare da grande fin da piccolo è altrettanto nocivo quanto dire alle bambine che devono essere belle e basta.

Ora, io posso anche capire che il maschilismo colpisca anche i maschi, ma da qui a dire che gli effetti sono gli stessi e della stessa portata, mi sembra si stia facendo un po’ di confusione.

Premetto che posso ammettere che il così detto patriarcato (ma ora dire questa parola connota già il post come quello di una femminista inviperita quindi potete sostituirlo a vostro piacimento), colpisca anche i maschi. Colpisce forse quei maschi che non si ritrovano nel modello di uomo forte, macho e sempre all’altezza. Però, davvero è un problema sociale? Vengono uccisi uomini in quanto insofferenti della loro vita da non macho e che cercano di uscire da una relazione? Il maschilismo davvero fa male agli uomini così tanto?

Io non vedo che uomini che comandano ovunque. E dire fin da bambini “potrai essere quello che vuoi nella vita, perché ne hai le capacità e noi ti sosterremo” non equivale a dire “devi stare ferma, devi sorridere, devi essere bella, non parlare troppo perché le ragazze intelligenti spaventano, non avere rapporti perché la verginità è un valore, non alzare la voce, non arrabbiarti, non divorziare, non abortire…” e tutto il corollario.

Il maschilismo come “All lives matter”

Dire che quei grembiuli sono ugualmente sessisti è come dire “All lives matter”. Non si può equiparare, non si possono mettere sullo stesso piano.

Il mondo è guidato dai maschi, i libri sono pieni di maschi, i governi, le televisioni, i giornali. Le pubblicità sono rivolte a loro. Per venderti una macchina ti chiedono se vuoi farti consigliare da tuo marito. Per acquistare casa idem. Davvero mettere in un grembiule un righello equivale a imporgli di diventare ingegnere? Lo sarebbe se ovunque i maschi fossero invasi da questo tipo di immagini. Ma non è così – mentre le donne o sono principesse o casalinghe (ma non c’è differenza, perché devono comunque stare chiuse, che sia in un castello o a casa) – gli uomini e i bambini sono attorniati da immagini di ciò che possono essere e sono tutte possibilità. Che scelgano una professione piuttosto che un altra non inciderà nella sicurezza e nel posto che avranno all’interno della società. Non troveranno ostacoli se non quelli della vita, ma non ostacoli sessisti.

Certo, non nego che un operaio venga trattato in maniera diversa da un amministratore delegato. Ma a me questo pare classismo – che disprezzo, ovviamente – ma non sessismo. Perché una donna che fa l’operaia non viene trattata meglio.

In sostanza, va bene dire che il maschilismo nuoce anche ad alcuni uomini, ma vi prego, ditelo sapendo che le donne di maschilismo muoiono. Che le donne a causa del maschilismo non vengono elette, non trovano lavoro, vengono curate in maniera diversa, non hanno accesso a certe Università (quando è necessario inviare l’iscrizione palesando il sesso), non parlano nei convegni, non vanno a scuola se hanno il ciclo, non possono entrare nei luoghi sacri per lo stesso motivo.

Ho visto molti maschi piuttosto ignoranti avere la parola al posto di donne mediamente intelligenti. Non mi sembra, davvero, che questo costituisca per loro un problema.

Ovviamente il maschilismo colpisce chi non è maschio, cis e eterosessuale, ma questa è una cosa diversa e non ha a che vedere con il righello e la squadra. Alle donne viene detto di essere belle e basta, stando al proprio posto, unendo così la posizione sociale e l’idea di oggetto sessuale tutto in uno. Per i maschi la posizione sociale è distinta. Intanto si dice ai bimbi che dall’astronauta allo chef, passando per lo storico e lo scienziato, possono tutto.

Questa differenza sostanziale fa sì che anche uomini che in qualche modo possono soffrire per la pressione sociale che li vorrebbe sempre pronti, forti, capaci, abbiano comunque tali e tanti vantaggi dalla stessa teoria che li chiude dentro lo stereotipo, che è più facile e comodo accettarla che combatterla, divenendo parte del problema. Perché a loro volta saranno sempre più avvantaggiati delle donne.

Credo che la lotta al maschilismo sarà tutta sulle spalle delle donne per molto tempo ancora, perché sono coloro che ne fanno le spese fin da bambine. A cominciare dal grembiule.

Per saperne di più, consiglio una visita al gruppo Facebook “La pubblicità sessista offende tutti“, che un tempo era gestito da una donna meravigliosamente combattiva, Annamaria Arlotta, che purtroppo ha lasciato troppo presto questo mondo. Se invece vuoi leggere altri miei articoli su maschilismo, femminismo e pressioni della società sulle donne, ti consiglio “Un letto di Procuste“, scritto in occasione del 25 Novembre, dove elenco un po’ di frasi che le donne si sentono dire spesso, e quanto sia difficile essere considerate “a posto” per questa società.

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