Persuasione su Netflix – adattiamoci all’adattamento

Persuasione su Netflix

L’adattamento di Persuasione su Netflix è sulla bocca di tutti.

Il libro meno letto di Jane Austen, quello che quando lo cito pochə conoscono, quello che quando dici Anne Elliot pensano tu stia parlando di una marca di scarpe, è salito alla ribalta.

L’antefatto: Netflix annuncia un adattamento del meraviglioso romanzo di Jane Austen, interpretato da Dakota Johnson. Janeites in stato di guerra: come può lei, osare interpretare la mite, seria, timida Anne, dopo aver interpretato la protagonista di “50 sfumature” (e sfumature delle sfumature)?

La risposta, è semplice. È un’attrice.

Dakota Johnson che preferisci tuffarsi nell’acqua gelida piuttosto che leggere ancora i commenti delle Janeites

A questo punto, dico la mia sulla trasposizione di Persuasione su Netflix

Dopo aver visto il film e letto articoli e commenti, mi viene da prendere in prestito una frase del Capitano Wentworth e dire “Non posso ascoltare più a lungo in silenzio. Devo parlarvi servendomi dei mezzi che ho a disposizione.

E il mezzo, nonostante langua da tempo, è il mio blog. Voglio dire, mi professo amante della zia Jane, parlo di lei e faccio riferimento a lei sempre, perché dovrei tacere? La risposta, anche qui, è semplice. Vivo in Sardegna: fa caldo.

Ma ho acceso il condizionatore e visto che sto lasciando commenti a destra e a manca ho pensato di scrivere qui la mia opinione su questa versione di Persuasione prodotta da Netflix.

Faccio una premessa, amo i libri di Jane Austen ma non sono una sua fan. Non lo sono nel senso letterale del termine. Cioè, non sono fan di nessunə a dire il vero. Per me nessuno è intoccabile. Ho visto “Orgoglio e pregiudizio e zombie”, per dirne una. Ho amato alla follia “Romeo & Juliet” di Baz Luhrmann, in cui Capuleti e Montecchi si scontrano a colpi di pistola e Romeo ha una bellissima camicia a fiori.

Non ho paura degli adattamenti, non esiste per me la “lesa maestà”. Ogni artista dovrebbe essere liberə di interpretare a suo piacimento qualsiasi cosa. Ovviamente specificando che si tratta di questo, appunto: un adattamento. Persuasione su Netfilx è una trasposizione, dobbiamo prenderne atto.

Eppure, nonostante questa grande premessa, ammetto che la trasposizione del libro Persuasione di Netflix non mi sia piaciuto. Lo dico e vorrei rimangiarmelo perché ciò che sento in giro sono critiche che mi spiazzano e in cui non mi riconosco.

Un signor Elliot dalle idee un po’ confuse, come il film.

Persuasione – la trama (chi non la conosce?)

Per chi non conoscesse la trama – e forse da qui in poi ci potrebbe essere qualche spoiler, ma, ehi, stiamo parlando di un libro scritto duecentoquattro anni fa – è la storia di Anne Elliot, ventisettenne che otto anni prima ha rifiutato il suo grande amore perché lui non aveva prospettive, senza mezzi e quindi incapace di garantire a entrambi un futuro dignitoso, soprattutto perché lei è figlia di un baronetto, e la questione in famiglia pesa.

Il rifiuto è il risultato della persuasione – appunto – che famiglia e un’amica della madre veicolano su Anne. Otto anni dopo lei e il Capitano Wentworth – il ragazzo rifiutato – si incontrano di nuovo. Lui è ovviamente risentito, lo è stato per tutti quegli anni.

Lei, invece, è diventata più sicura di sé e sa che questa volta non cederà alla persuasione di nessunə, se dovesse decidere per la sua felicità. Ma ovviamente il Capitano ora, anche per ripicca, cerca altri lidi su cui approdare (perdonate la pessima metafora marinaresca, non è il mio campo).

Il Capitano Wentworth al suo massimo splendore (ho detto tutto).

Persuasione su Netflix

La versione del film di Netflix diciamo che del libro mantiene solo l’intreccio. Tutto il resto viene trasformato. Anne, da ragazza mite e riservata, diventa una sorta di Bridget Jones ante litteram, con bottiglia di vino sempre in mano, o nelle vicinanze, sicura della sua intelligenza, spavalda e ironica.

Questo ha scosso parecchio le Janietes che si sentono defraudate del loro personaggio. Lo ammetto, ho un debole per la Anne di Jane, è il mio libro preferito fra i suoi sei completi. Più che Lizzy Bennet, più di Emma, io amo Anne.

Non è piacevole veder mutare così tanto un personaggio. Eppure non è questo che mi ha disturbata. Il film è pieno di anacronismi sia sul lessico che sulla scena. Pazienza, mi dico.

Cast multietnico

C’è un cast multietnico. Si sta gridando allo scandalo: non c’erano nerə, meticcə, africanə nell’Inghilterra di primo ottocento. Signora mia, dove arriveremo!

Ecco, a me non colpisce. Ho un mio punto di vista, come è ovvio. Non essendo un documentario o un libro di storia, mi importa poco della correttezza storica. Se c’è l’apprezzo, se non c’è non mi formalizzo. Certo, mi fa pensare che in un film davvero brutto e mal fatto, ciò che colpisca è che Lady Russel sia nera.

L’attrice britannica Nikki Amuka-Bird secondo me è stata molto brava, ha interpretato una donna libera, vedova, che prova un affetto profondo per Anne e che capisce di aver sbagliato. Questo mi basta. Che poi abbiano lasciato intendere che viaggi in Europa per dei tour che includono incontri amorosi, non mi fa battere ciglio.

Non penso al passato come un’isola felice dove “certe cose non capitavano”. Se esistevano i don Giovanni, saranno pure esistite le donne con cui si intrattenevano.

Che non ci fossero persone non bianche in Inghilterra nel 1814, come ho detto, non penso sia importante. Lo è davvero per voi? In molti ambiti le persone non bianche e non conformi, trovano davvero poco spazio. Creare uno spazio in cui colore della pelle e radici biologiche non esistono, per me è solo una vittoria.

Mi preoccupano di più i libri delle elementari dove ancora “la mamma stira mentre il papà lavora”, per dire. Certo, bisognerebbe capire se, in queste produzioni il trattamento delle persone – salariale, ma non solo – sia equo. Altrimenti sarebbe solo una bella facciata.

È comunque molto interessante che tuttə questə puristə dell’ottocento inglese si indignino per attori e attrici non britannici, solo se il colore della pelle non è bianco. Perché, se la vogliamo dire tutta, la protagonista Dakota Johnson non è britannica e tanto meno inglese. È americana. Ma questo pare non disturbare nessunə, nonostante il suo accento non sia proprio, come dire?, very british.

Nikki Amuka-Bird che interpreta Lady Russell

Ti prego show, don’t tell!

Tornando al film, Persuasione ci regala un’enorme quantità di “detto”. Nei corsi di scrittura esiste il grande suggerimento che si riassume in “show, don’t tell”, cioè mostra, fai capire a chi legge/guarda, più che spiegare. Ecco, la regista Carrie Cracknell sembra prendere posizione sul “tell”, visto che è tutto detto, tutto spiegato.

Le emozioni della protagonista vengono sviscerate fino alla nausea, e così quelle degli altri. Sembra un film per persone analfabete sentimentali, che non hanno mai vissuto fra le persone e non hanno mai ascoltato storie. Anne ci spiega perché è delusa, Anne ci spiega perché beve, Anne ci spiega come si sente dopo aver fatto una figuraccia di fronte al Capitano…

E lo fa in che modo? Abbattendo la quarta parete. Non una, non due, non tre volte. Ma ogni due minuti per tutta la durata del film. Ecco, se dovessi scegliere fra una Anne che beve un bicchiere di vino in più e una Anne che mi trapana l’anima (la citazione è voluta) a furia di dirmi “quanto sto male, oh come sto male”, preferisco che si faccia un buon bicchiere di rosso e mi lasci in pace.

I tre protagonisti secondari con il protagonista principale: il coniglio.

Signorine si nasce, contegno prego!

Ha molto scioccato – pare – anche la scena dove Anne, dopo una lunga, lunghissima passeggiata nei boschi, si apparta per… fare pipì. Non riesce nell’intento, perché sente due persone parlare là accanto, ma il solo pensiero di vedere Anne Elliot, figlia di un baronetto, acquattarsi dietro un albero, ha scandalizzato mezzo mondo!

Ma ciò che più ha colpito, ciò che veramente ha inorridito le Janietes, è che Anne Elliot beve! E beve vino e lo fa anche direttamente dalla bottiglia, per consolarsi di un amore perso.

A quanto pare Jane Austen non avrebbe mai scritto una cosa del genere! Non si può, mioddio come hanno osato!

Anche a loro, rispondo sorridendo. Jane Austen è vero, non ha descritto Anne con il bicchiere in mano. Ha fatto di più, però. Ha scritto un libro intero su questo argomento, con la sua consueta ironia. E lo ha fatto a quindici anni! La protagonista è Alice, che si consola delle sue pene d’amore proprio bevendo vino.…avrete conosciuto la mi Alice, non vi stupirà vedere quella cara Creatura bere un tantino troppo; in effetti, questa è una cosa che accade ogni giorno. Alice possiede molte rare e lodevoli doti, ma la Sobrietà non è tra queste.

“Jack & Alice – Ozi e vizi a Pammydiddle”


Il libretto in questione – in Italia edito da Donzelli – si intitola “Jack & Alice – Ozi e vizi a Pammydiddle”.

Conclusioni dell’adattamento di Persuasione su Netflix

No, direi che una bottiglia di vino e una posa irriverente non sono ciò che mi hanno deluso. Sono stati la grossolanità con cui è stato gestito il film. Le battute scontate, sciatte, persino banali. È stato un Capitano Wentworth che ha un’unica espressione per tutto il film, ed è quella di un pesce che boccheggia. Con il portamento di un gaglioffo, e il quoziente d’intelligenza di un tavolino.

Povera Anne Elliot!

Sono stati i personaggi di carta velina, senza profondità, senza battito di cuore. Bei vestiti, Dakota Johnson nemmeno da biasimare, ha fatto – bene – la sua parte. Peccato che la sua parte fosse quella di un personaggio delle peggiori storie YA autopubblicate. Le sottotrame sono state bellamente ignorate, tagliate con l’accetta, completamente stracciate.

In conclusione, se i personaggi fossero stati costruiti meglio, se i loro sentimenti fossero stati mostrati più che urlati al megafono, se ci fosse stata coerenza e un po’ meno dialogo con chi sta guardando il film, mi sarebbe importato poco di quelli che vengono definiti i grandi ostacoli alla visione.

Per me Persuasione di Netflix è prima di tutto un brutto film, noioso all’inverosimile, pedante e mal fatto. Certo, ci si aggiunge che essendo la storia di Anne Elliot, la mancanza di Anne Elliot si fa sentire… come darvi torto. Devo ammettere, però, che a quest’ultima versione va dato atto di aver voluto rappresentare – anche se modificandola – una delle scene più dolci di tutto il libro. Quella dove il Capitano Wentworth toglie dalle spalle uno dei nipoti di Anne, che la sta assalendo, infastidendola.

Lì Jane secondo me ha descritto pura poesia. Mi ha fatto piacere ritrovare questa scena, perché in tutti gli adattamenti non è mai stata mostrata. Seppure in alcuni sia stato ripreso persino il capitolo che Jane stessa aveva escluso dalla pubblicazione.

Detto questo, il mio giudizio sulla versione di Persuasione di Netflix è abbastanza impietosa.

Per fortuna esiste la versione del 1995, con Amanda Root e (finalmente qui si può dire) l’affascinate Capitano Wentworth interpretato da Ciarán Hinds. Spiace che si pensi che la generazione attuale si meriti un Persuasione YA. Mancavano solo i vampiri.

*Tutte le immagini appartengono ai legittimi proprietari.

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