Luce – Giugno

Luce

Inutile chiedersi che lago protetto da aironi
si trovava nell’altra vallata,
o rimpiangere i canti del bosco
che non avevo attraversato.
Inutile chiedersi dove potevano portare altre strade,
dato che portavano altrove;
poiché è solo qui e ora
la mia vera destinazione.
E’ dolce il fiume nella tenera sera
e tutti i passi della mia vita mi hanno portato a casa.



Ruth Bidgood – ‘Strade’

È appena trascorso il solstizio d’estate, si compie un passaggio che mi affascina e che ha a che fare con la luce. Mi intriga l’idea della luce del giorno che avanza e che poi si ritrae. Il confine fra giorno e notte, tra luce e oscurità.

In Sardegna, l’isola dove vivo e dalla quale ti scrivo, e più precisamente in quello che io chiamo Campidanoshire, dove ho casa, in questo periodo nei pozzi sacri è possibile vedere la luce penetrare da aperture lasciate, si immagina, appositamente per permetterle di infiltrarsi tra le pietre e giocare con le ombre, permettendo uno stravolgimento della prospettiva.

La luce e le ombre fanno parte di noi e capirlo, accettarlo, è un passo che ci permette di guardare a noi stess* nell’interezza di ciò che siamo. Troppo spesso ci focalizziamo in ciò che spaventa o non piace della nostra persona. Sia che si parli di carattere che del nostro fisico. Cambiare prospettiva, lasciare emergere le ombre per far sì che la luce sia più viva, questo sarà il motto per me, ora.

E per te? Che rapporto hai con la luce e con le ombre?

La luce è anche, molto più semplicemente, quella del sole che rende queste giornate calde e più illuminate. Ho ricordi di me bambina camminare nelle strade assolate, in pomeriggi interminabili. Gli adulti chiusi in casa per l’afa, (in quello che in Sardegna si chiama meigàma, cioè il primo pomeriggio), e il mondo fuori che aveva i contorni tremolanti del calore sull’asfalto.

A proposito di luce, mi è tornato in mente un libro letto parecchi anni fa, di cui si è sfocata la trama ma che ha lasciato vivido in me il ricordo di una luce estrema, schiacciante.

Si intitola “Chiara luce del giorno” di Anita Desai. Il romanzo parla di una sorta di ricongiunzione familiare, protagonista è Tara che con suo marito ritorna a Delhi. I ricordi legati alla famiglia, i rapporti difficili, la Storia che entra prepotentemente nelle vicende personali, tutto questo viene narrato mentre il sole e il caldo permeano costantemente il racconto.

In effetti, ora che ci penso, ci sono molti libri che io associo a questo periodo. Ne parlavo giorni fa con delle amiche, sui social, e le giornate lunghe, la scuola che finiva, una libertà di tempo che ci sembrava sconfinata erano il trampolino di innumerevoli letture. I classici della letteratura per ragazz*, storie di avventura di arrembaggi ed esplorazioni.

Ricordo pomeriggi interi passati a leggere. Miei amici erano gli esploratori del mare e della terra descritti da Verne, i pirati di Stevenson, i libri illustrati che mi permettevano di scatenare la fantasia. Più avanti i gialli di Agatha Christie (ancora oggi, per me, l’estate significa leggere gialli) e i romanzi delicati delle edizioni del “Club degli Anni Verdi”, una collana edita intorno agli anni ’60, e che appartenevano a mia madre.

Di quei giorni ricordo che tutto mi sembrava possibile, che crescere sarebbe stato il compimento dei miei sogni, come se le due cose fossero legate in maniera indissolubile e se avveniva l’una doveva per forza realizzarsi l’altra. Penso con tenerezza alla me di allora. Alla sua ingenua fiducia e alla sua caparbia resistenza. Non sapevo che qualcosa di importante era già lì con me: quel tempo, quella libertà, quei pomeriggi sereni passati a leggere.

Forse è per questo motivo che, superato il solstizio, mi sento sempre un po’ malinconica. Quei giorni ritornano prepotentemente a galla e ciò che poi non è stato, si rivela salato da mandar giù. Ma ho iniziato questa lettera dicendo che anche le ombre vanno accolte per cui accetto anche questo e lascio che le giornate mi scaldino, illuminando nuovi progetti e dicendo alla ragazzina che sono stata che non mollo e che non è ancora detto che qualche sogno, sotto sotto, non si stia realizzando.

E tu, cosa ami leggere in queste giornate che si fanno calde, in cui il tempo sembra per un momento dilatarsi e permettere di togliere per le briglie all’immaginazione? Come passerai queste giornate? Riuscirai a ritagliarti del tempo per te stess@?

Ti auguro di trovarlo, anzi ti invito a cercarlo. Il tempo è ciò che di più prezioso abbiamo e così come ora pensiamo a quando sognavamo di crescere, un giorno, forse, penseremo a quando, proprio ora, avevamo qualcosa di bello in mano senza rendercene conto.

Rendiamocene conto. Apriamoci a ciò che ci appartiene e accogliamo la possibilità.

Eccomi sul finale, spero di non averti annoiato parlandoti di me. Ci risentiamo a Luglio, se ti fa piacere; intanto se vuoi puoi rispondere a questa lettera e dirmi cosa ne pensi. Mi piace ascoltare ciò che racconti.

Ti auguro giornate serene, luce e ombra nella giusta quantità, per splendere e avere forza.
Gabriella


Cosa ho fatto questo mese:

Acqua di San Giovanni – S’acua de froris Sardegna

Ho preparato s’acqua de froris, una vecchia usanza che fa parte dei riti della notte di San Giovanni, e ne ho parlato sul blog. 

Ti invito a leggere di cosa si tratta, è un’esperienza molto bella di legame con la terra, l’acqua, la notte e quella parte un po’ magica che appartiene istintivamente a noi donne ma che penso faccia parte di chiunque voglia accoglierla.

Cielo stellato

Ho creato nuovi SegnaLì e ho parlato del significato che hanno per me.
Qui ti presento “Cielo stellato”, uno dei miei preferiti.
In questo piccolo articolo, che si legge nel tempo di gustare un pasticcino ne parlo descrivendo le sensazioni che mi spingono a scegliere una stoffa e le suggestioni che vorrei trasmettere.



Suggerimenti:
osservare la luce che sorge, ma…

Il consiglio di questo mese è un video che personalmente mi ha affascinato e a cui penso spesso da quando l’ho visto. Si tratta di una ripresa fatta con un obiettivo telescopico da Daniel López .

Alcune persone sopra il Monte Teide, un vulcano che si trova a Tenerife nelle isole Canarie, stanno guardando sorgere il sole. Alle loro spalle la luna piena tramonta. L’effetto è dato dalla distanza dell’obiettivo, che si trova a sedici chilometri da quelle persone.

Ti consiglio di guardarlo e di soffermarti sui tuoi pensieri. I miei sono stati tanti. Ho pensato che a volte abbiamo accanto qualcosa di meraviglioso e non ce ne accorgiamo, ma anche che tutto cambia se cambia la prospettiva e se si guarda attraverso la giusta lente e che allontanarci un po’ può essere utile, perché la visione d’insieme cambia. Ho pensato che a volte dobbiamo scegliere dove dirigere il nostro sguardo.

Per questo ho iniziato questa lettera con la citazione di “Strade” di Ruth Bidgood. Ci sono possibilità infinite ma noi non abbiamo infinite vite, perciò dobbiamo scegliere anche se ciò che lasciamo è altrettanto appetibile. Non tutto è lì per noi e noi non siamo per tutt*.

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